Archivi giornalieri: gennaio 8, 2009

I Disegni di Nazca


La civiltà Inca si sviluppa nella regione andina , prima  dell’ esplorazione e della conquista spagnola nel 16 ° secolo. La civiltà pre-colombiana è stata straordinaria nella sua evoluzione della società umana e della cultura ed è ritenuta tra le  prime civiltà con l’Egitto e la Mesopotamia. Tra il 350 a.C.-6OO d.C una popolazione -chiamata successivamente dai ricercatori con il nome di Nazca -si insediò nell’altopiano andino nel sud del Perù. Tuttavia, a giudizio degli esperti, la zona abitata dai Nazca verrà abbandonata nei secoli successivi al VII d.C. a causa della sua perenne siccità.
Ci sono molti miti sulla civiltà pre-Inca. Come per tutte le antiche civiltà, leggende e antiche incisioni rupestri e monumenti  parlano della creazione effettuata da una divinità  venuta dal cielo : Viracocha, che è rappresentato in molte forme. Il dio serpente per gli Inca, è uno dei grandi misteri delle antiche culture americane. Egli è stato chiamato Kukulkan dai Maya, Quetzalcoatl dagli Aztechi,   Gucumatz in America centrale, Votan a Palenque e Zamna in Izamal. A Rucanas nel Perù nel 1586 il funzionario spagnolo Luis de Monzon compila un rapporto sulla presenza di misteriose linee tracciate nel deserto, sull’altopiano di Nazca. Secondo gli indigeni, gli autori di quei misteriosi segni non sarebbero uomini, bensì una razza di semidei chiamati Viracochas. Con lo stesso nome del dio Viracocha,quello che, come detto, numerose popolazioni andine identificano con un’antica divinità che sarebbe giunta da un luogo lontano per portare la civiltà
tra gli uomini.                                                                       Nel 1939, una piccola flotta aerea che sorvolava la pianura desertica del Perù (Pampa di Palpa) notò sul suolo la presenza di strane linee, che solo successivamente, osservandole da una maggiore altezza, furono identificate in perfetti disegni geometrici. Perfetti perché anche quando il loro tracciato si estende per chilometri e chilometri, le linee che li costituiscono avanzano nel terreno perfettamente dritte, sia che attraversino una collina o un terreno accidentato, superando avvallamenti, incrociando altre figure, perdendosi oltre l’orizzonte ma mai deviando da un percorso rettilineo.
Alcuni dei disegni, le cui dimensioni raggiungono anche i 200 metri e le cui tracce hanno larghezza variabile (da pochi decimetri a oltre cinquanta metri), rappresentano animali (come una scimmia, un ragno, un colibrì, una balena), fiori, mani, ma la maggior parte sono sicuramente figure geometriche.La stranezza e il fascino che questi disegni silenziosamente emanano solitari, in una zona disabitata e delimitata da un lato, dalle grandi vallate di due fiumi e dall’altro dalla catena collinare pre-andina, colpirono il geografo americano Paul Kosok, il quale si accorse della loro esistenza il 21 giugno del 1941, mentre a bordo di un aereo si stava recando a fare un picnic insieme alla moglie Rose. Subito egli fu impressionato da due aspetti: le dimensioni davvero notevoli di quelle figure, che in totale descrivevano una zona lunga 50 Km e larga 15, e la località dove si trovavano. Per otto anni egli non si allontanò da quella località, di cui studiò gli enigmatici manufatti nel vano tentativo di chiarirne il segreto. La vera scoperta delle linee di Nazca è comunque da far risalire agli anni venti, quando cioè il peruviano Meyìa Xesspe e l’americano Alfred Kroeber, 2 scienziati, arrampicatosi su di una collina, notarono con l’effetto della luce pomeridiana, delle lunghe linee che attraversavano il deserto, linee che erano impossibili da vedere dalla pianura.
Da questa caratteristica, che le rendeva visibili solo dall’alto sta la spiegazione del perché siano state scoperte così tardivamente, considerando che da alcuni scienziati vengono fatte risalire addirittura a 1500 anni fa. Il metodo usato si basava sul rimuovendo delle pietre dalla superficie del terreno, permettere così alla ghiaia sottostante di assumere, grazie all’esposizione al sole, prima un colore giallo pallido e poi un colore bruno-rossastro, rendendole così visibili solo dall’alto. Grazie poi all’assenza delle piogge, queste linee si sono conservate per secoli.I disegni  richiamarono l’attenzione anche della  matematica tedesca Maria Reiche .  Studiò le linee dal 1940 fino alla sua morte nel 1998.  Ha vissuto nelle vicinanze,  fotografandole,  sviluppato teorie, e ha richiamato l’attenzione del mondo su Nazca.
Maria Reiche ha sviluppato la teoria che gli antichi peruviani hanno tracciato le linee per compiacere gli dei e garantire la loro buona volontà. .  Ci sono teorie, poi, che sostengono che le figure corrispondono alla costellazioni e l’alternarsi delle stagioni. Altre  sostengono che  rappresentano un pantheon di dei e dee e sono stati  siti di cerimonie religiose.
Erich von Däniken ha sostenuto in “Carri degli Dei” che sono i resti di un gigantesco aeroporto extraterrestre, ed ha portato una moltitudine di appassionati del paranormale sul  territorio.  Sono venuti così numerosi che hanno minacciato le linee e la superficie è stata resa off-limits.  La Dottoressa Reiche fu costretta a far  inviare guardie per assicurarsi che nessun ulteriore danno fosse fatto  alle figure. Anche se sono sopravvissute a 2000 anni di vento e rarissime pioggie , le linee sul  deserto non possono sopportare i pedoni, i cavalli e  i veicoli.

 Le linee di Nazca sono ormai un patrimonio mondiale e uno delle più popolari destinazioni turistiche in Perù.Quando manufatti così strani non hanno una chiara e provata collocazione  storica o religiosa si prestano a qualsiasi teoria anche alle più incredibili.

 

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