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Sei gradi possono cambiare il mondo

Leggete cosa comporterebbe (comporterà?) l’aumento di pochi gradi sul pianeta.Sentiamo dire”aumenterà la temperatura di 1-2 gradi sulla Terra”… istintivamente viene da pensare: e chi se ne frega?Purtroppo non è così.

 

1 grado. Niente più grano sul mercato mondiale.
2 gradi. Distruzione delle barriere coralline.
3 gradi. Continue tempeste di sabbia su Parigi.
4 gradi. New York sommersa dall’acqua
5 gradi. Lotta fra i superstiti dei disastri climatici.
6 gradi. Ritorno al periodo cretaceo

 

6 gradi possono cambiare il mondo. National Geographic Channel presenta una videomappa dei diversi scenari possibili nei prossimi cento anni – per ogni grado di aumento della temperatura globale.

Se le emissioni inquinanti dovessero continuare al ritmo di oggi, i ghiacciai dell’Himalaya scomparirebbero entro 50 anni, l’estesa ghiacciata della Groenlandia lentamente si scioglierebbe e, alla fine del secolo, l’Amazzonia, che ospita metà della biodiversità del pianeta, diventerebbe un’arida savana.

Il documentario del National Geographic Channel, in onda su Sky da domenica 3 febbraio 2008, si ispira al libro intitolato Six Degrees del britannico Mark Lynas, giornalista ed ambientalista, ed è stato presentato all’Auditorium di Roma, al Festival della Scienza.

+ 1 grado
• L’Artico potrebbe essere privo di ghiaccio per metà dell’anno, determinando l’apertura alle navi del leggendario passaggio a Nord Ovest
• L’innalzamento dell’acqua potrebbe sommergere migliaia di case nel Bengala.
• Gli uragani inizierebbero a colpire il Sud Atlantico
• Prolungati periodi di siccità negli Stati Uniti occidentali potrebbero causare riduzioni nel mercato mondiale di grano e carne
• Potrebbe verificarsi cambiamenti nell’agricoltura in Gran Bretagna, dove iniziano ad essere coltivate colture prima inesistenti. Attualmente il Regno Unito ha più di 400 vigneti con un tipo di uva che cresceva solitamente in Francia.

+ 2 gradi
• Si accelererebbe lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia
• A causa della riduzione del ghiaccio nei mari gli orsi polari diventerebbero una specie a rischio
• La foresta inizierebbe a crescere nella tundra canadese
• L’arcipelago di Tuvalu, nell’Oceano Pacifico, verrebbe completamente sommerso
• E’ possibile che la maggior parte della barriera corallina dei tropici scompaia

+ 3 gradi
• Molti scienziati ritengono che l’aumento di tre gradi rappresenti il punto di svolta che cambierebbe in maniera radicale la vita sul nostro pianeta
• La foresta pluviale dell’Amazzonia potrebbe subire numerosi cicli di siccità e incendi. Centinaia di milioni di tonnellate di anidride carbonica verrebbero rilasciate nell’ambiente, causando un ulteriore incremento di un grado della temperatura.
• La neve su quasi tutte le vette Alpi scomparirebbe.
• In Europa Centrale si avrebbero temperature che attualmente si registrano in Medio Oriente e in Nord Africa
• Potrebbero verificarsi uragani di una nuova categoria, la sesta.

+ 4 gradi
• Il livello degli oceani continuerebbe a salire, sommergendo le popolazioni che vivono lungo i delta dei fiumi. Paesi come il Bangladesh e l’Egitto sarebbero devastati e città come Venezia potrebbe scomparire sotto l’acqua.
• Lo scioglimento delle nevi dell’Himalaya, che forniscono l’acqua al fiume Gange, scatenerebbe inondazioni mai viste. Successivamente, una volta completamente sciolto il ghiacciaio himalayano, la siccità e le carestie potrebbero diffondersi su tutta la regione.
• Secondo alcuni studi, nel 2035 non ci sarebbero più i ghiacciai dell’Himalaya e più di un miliardo di persone perderebbe la sua fonte di acqua dolce
• Il Nord del Canada diventerebbe una delle zone più fertili del pianeta.
• Il livello dei mari potrebbe crescere di oltre un metro con conseguenze catastrofiche per le più grandi città costiere.

+ 5 gradi
• Al posto delle fasce temperate dei due emisferi si creerebbero due enormi zone inabitabili
• Le falde acquifere che riforniscono città come Los Angeles, Il Cairo, Lima o Bombay si prosciugherebbero.
• A causa di tutti questi effetti climatici sarebbero diverso milioni i rifugiati costretti a lasciare le aree dove abitano, rese oramai inospitali, scatenando possibili conflitti per il controllo delle scarse risorse presenti sulla Terra

+ 6 gradi
• Il pianeta ritornerebbe al periodo del Cretaceo (144-65 milioni di anni fa), quando le temperature erano molto più alte di adesso
• Privi di sostanze nutritive, gli oceani potrebbero apparire completamente blu
• I disastri naturali sarebbero all’ordine del giorno e alcune delle più grandi città sarebbero abbandonate o sommerse dall’acqua.

N.B. E’ impossibile prevedere il futuro. Comunque, ricerche scientifiche e complessi modelli climatici permettono di descrivere quello che potrebbe accadere se continuasse l’attuale stato di emissioni di gas serra.

Stefano Carnazzi
Fonte: National Geographic Channel Italia

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Ricevuto da Avaaz

Cari amici,

Clicca qui per partecipare a una veglia vicino a teOltre 2900 eventi in 136 paesi!

Clicca qui per partecipare a una veglia in Italia

“Sono nata nel 1992. Avete continuato a negoziare per tutta la mia vita. Non potete dirci di aver bisogno di altro tempo”. 

Christina ha 17 anni, e vive nelle Isole Salomone – una nazione la cui stessa esistenza è stata minacciata dall’innalzamento del livello del mare per tutta la sua vita. Queste sono state le sue parole mentre si rivolgeva ai negoziati sul clima che si tengono questa settimana a Copenhaghen. Nel frattempo, Il principale negoziatore per gli Stati Uniti Todd Stern si riferisce a Copenhaghen come nulla di più che un “primo passo”.

Ecco dov’è la battaglia principale a Copenhaghen: è interamente dove si pongono gli obiettivi. È esattamente ciò per cui ci stiamo preparando.

I membri di Avaaz hanno già organizzato circa 3000 veglie in ogni angolo del pianeta per dichiarare “Il Mondo Vuole un Vero Accordo Concreto” : un accordo equo, ambizioso e vincolante. Questo significa un arresto di emergenza alla crescita delle emissioni di carbonio entro il 2015; $200 miliardi di finanziamenti alle nazioni povere, e nulla di meno di un accordo legalmente vincolante in tutte le nazioni.

Questo è il nostro momento. Assicuriamoci che Italia manifesti in forza questo fine settimana.  Clicca qui per partecipare ad un evento vicino a te :

http://www.avaaz.org/it/real_deal_map

Vale la pena uscire di casa per questo? Ci puoi scommettere. 

Guarda queste foto dei membri di Avaaz in un momento fantastico della nostra recente giornata d’azione Appello Globale di Risveglio. Ed ecco cosa ha detto Anna, un membro Avaaz dall’Australia sugli eventi:

“Non sono il tipo di persona che solitamente va alle veglie o alle azioni.”

“Ma sono il tipo di persona che si preoccupa per il nostro pianeta – quindi ci ho provato … ed è stato uno sballo! Vedere eventi da tutto il mondo sui giornali il giorno dopo e sapere che ne facevo parte è stata semplicemente la sensazione più bella.

Con i più importanti negoziati sul clima di sempre sulla bilancia, questo è il momento per noi di stare insieme, fianco a fianco. Clicca qui per trovare un evento vicino a te e unisciti a milioni di noi in questa giornata storica di azione per il clima: 

http://www.avaaz.org/it/real_deal_map

Con la speranza di vederti lì,

Alice, Sam, Benjamin, Lisa, Ricken, Luis, Milena, Pascal et toute l’équipe d’Avaaz

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Allarme per lo scioglimento della calotta polare artica.

Ho ricevuto questa e-mail dall’organizzazione AAVAZ e tra i tanti falsi e stupidi allarmi nazionali e mondiali questo è veramente peoccupante:

Case allagate a Funafuti, Tuvalu

Cari amici,

Immaginatevi il mare che ricopre il vostro paese, facendolo sparire letteralmente sotto i piedi, distruggendo con il sale il cibo che avete coltivato e l’acqua da bere, e la vostra ultima chance è di cercare rifugio in altre terre, ma sapendo che i rifugiati del clima ufficialmente non esistono. Non si tratta di un incubo, è la terribile realtà di milioni di persone che vivono su isole intorno al mondo, dalle Maldive alla Papua Nuova Guinea.

Questo è il motivo per cui queste piccole isole stanno facendo richiesta di una risoluzione senza precedenti alle Nazioni Unite prima delle negoziazioni sul clima della prossima settimana, per chiedere che il Consiglio di Sicurezza si occupi direttamente del cambiamento climatico in quanto rappresenta una minaccia impellente alla pace internazionale ed alla sicurezza.

E’ una mossa creativa che nasce dalla disperazione, una sfida affinché le potenze mondiali lascino indietro la propria indolenza e si decidano ad affrontare questa crisi letale con l’urgenza destinata alle guerre. Ma la campagna degli stati insulari sta incontrando la fiera opposizione dei principali inquinatori del mondo, e quindi hanno bisogno di aiuto.Il ghiaccio dell’Artico si sta sciogliendo così rapidamente che, per la prima volta nella storia dell’umanità, si può circumnavigare l’Artico. Gli uragani ed altre manifestazioni climatiche estreme stanno aumentando in frequenza e dimensioni. Come ci scrive un membro di Avaaz da St. Kitts, “Mentre negli Usa possono evacuare un’area dove sta per passare un potente uragano, noi sulle isole quella opzione non la abbiamo.” Ora i piccoli stati insulari — dove spesso il punto più alto è solo qualche metro al di sopra del livello del mare — stanno preparando piani di evacuazione che garantiscano l’incolumità delle proprie popolazioni.

Il Presidente Remengesau di Palau, una piccola isola del Pacifico, ha detto di recente: “Palau ha perso almeno un terzo della propria barriera corallina per i cambiamenti climatici. Abbiamo anche perso gran parte della nostra produzione agricola a causa della siccità e delle maree estremamente alte. Non si tratta di perdite teoriche o scientifiche–sono le perdite delle nostre risorse e delle nostre intere vite…. Per gli stati-isola il tempo non sta scadendo. E’ finito. E la strada in cui ci troviamo noi potrebbe essere uno scampolo del futuro vostro e dell’intero pianeta”.

Oltre alle isole, stati come il Bangladesh, dove 150 milioni di persone vivono già in condizioni difficili, rischiano di perdere vaste porzioni della loro terra. L’esperienza delle nostre comunità più vulnerabili serve come segnale di allarme per il futuro che ci potrebbe aspettare: manifestazioni climatiche sempre più estreme, conflitti per l’acqua o per il cibo, aree costiere che vengono sommerse e centinaia di milioni di sfollati.

La coraggiosa campagna per la sopravvivenza degli stati insulari è anche la nostra campagna — e più firme riusciremo a raccogliere e consegnare all’Onu settimana prossima, più urgente risulterà l’allarme che serve a proteggere il nostro futuro comune:

http://www.avaaz.org/it/islands_climate_warning?cl=125191367&v=2126

Con speranza, Ben, Iain, Alice, Paul, Graziela, Pascal, Ricken, Brett, Milena — il team Avaaz

PS: Per un report sulle campagne condotte finora da Avaaz, vai a:
https://secure.avaaz.org/it/report_back_2

La linea rossa delimita quale era la dimensione dei ghacci artici negli ultimi 10 anni.

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