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Pastello di Jacek Yerka .

Un nuovo sogno di Yerka:

Tangerine dream

Buon fine settimana a tutti.

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Room up stairs by Jacek Yerka

Vorrei veramente una stanza come questa a mia disposizione,decisamente a prova di scocciatore…forse.

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My bedroom

Bathyscaphe by Jacek Yerkaovvero "La mia cameretta" (e la mia vita).Buonanotte-

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Jacek Yerka & Mark Twain

Jacek YerkaCloudbreaker

"Chiunque è come la luna, e ha una parte che non viene mai mostrata a nessuno."

Mark Twain

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Yerka House

Jacek Yerka

Buona Domenica

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Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832)

FAUST.
Filosofia ho studiato,
diritto e medicina,
e, purtroppo, teologia,
da capo a fondo, con tutte le mie forze.
Adesso eccomi qui, povero illuso,
e sono intelligente quanto prima!
Mi chiamano magister, mi chiamano dottore,
e già saranno almeno dieci anni,
di su, di giù, per dritto e per traverso,
che meno per il naso gli studenti…
E nulla, vedo, ci è dato sapere!
Il cuore per poco non mi scoppia.
(Traduzione: Andrea Casalegno)

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Paulo Coelho (1947)

Na margem do rio Piedra eu sentei e chorei (Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto)
Mi sono seduta e ho pianto. Narra la leggenda che tutto ciò che cade nell’acqua di questo fiume, le foglie, gli insetti, le piume degli uccelli, si trasforma nelle pietre del suo letto. Ah, se solo potessi strapparmi il cuore dal petto e lanciarlo nella corrente, allora non ci sarebbero più dolore né nostalgia né ricordi.
Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto. Il freddo dell’inverno mi ha fatto sentire le lacrime sul viso: lacrime calde che si sono confuse con le acque gelate che scorrono davanti a me. In qualche punto, il fiume si unisce con un altro, poi con un altro ancora, finché, lontano dai miei occhi e dal mio cuore, tutte le acque si confondono con il mare.
Che le mie lacrime scorrano lontano, perché il mio amore non sappia mai che un giorno ho pianto per lui. Che le mie lacrime scivolino via, e solo allora dimenticherò il fiume Piedra, il monastero, la chiesa sui Pirenei, la bruma, i cammini che abbiamo percorso insieme.
Dimenticherò le strade, le montagne e i campi dei miei sogni: sogni che mi appartenevano e che io non conoscevo.
(Traduzione: Rita Desti)

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La fattoria degli animali

George Orwell (Eric Blair) (1903-1950)

La fattoria degli animali
Il signor Jones, della fattoria padronale, aveva chiuso col lucchetto il pollaio per la notte, ma era troppo ubriaco per ricordarsi di chiudere le finestrelle per le galline. Con il cerchio di luce della lanterna che gli ballava attorno, attraversò barcollando il cortile, si tolse gli stivali calciandoli contro la porta di dietro, si versò un ultimo bicchiere di birra dal barile nel retrocucina e si diresse verso il letto, dove la signora Jones stava già russando.
Appena la luce nella stanza da letto si spense ci fu un’agitazione e un fruscio d’ali in tutti gli aloggi della fattoria. Durante la giornata si era sparsa la voce che il Vecchio Maggiore, il verro Mezzo Bianco vincitore di premi, aveva fatto uno strano sogno la notte precedente e desiderava parlarne agli altri animali. Si era deciso che si sarebbero radunati tutti nel grande granaio appena il signor Jones avesse sgombrato completamente il campo.
(Traduzione: Arcangelo Canè)

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