Archivio mensile:dicembre 2007

Trasandato, non curato, lasciato andare: sciatto.


La moda, Jeans sporchi e cinture basse per mostrare le mutande.
PAOLA MASTROCOLA (articolo tratto da “La Stampa” del 28/12/2007)

Trasandato, non curato, lasciato andare: sciatto. Quando per uscire non ci mettiamo la camicia ma infiliamo direttamente il maglione per fare prima; quando riceviamo gli ospiti in pantofole o non ci leviamo le pinzette dai capelli. Quando lasciamo macchie sui vestiti, sui fogli, sulle tovaglie. Quando non ci diamo nemmeno un colpo di spazzola… La sciatteria è non fare bene le cose, metterci negligenza, pigrizia e indifferenza, trascurare un dettaglio, pensando che sia solo un dettaglio, un’inezia. E’ sciatto il tecnico che ripara grossolanamente la tua stampante così che gliela devi riportare tre volte; il genitore che dice al figlio di fare i compiti ma non glieli controlla mai; lo studente che non porta il foglio protocollo per il compito e all’ultimo strappa una pagina di quaderno pensando che sia lo stesso.
E’ questo «fa lo stesso» che ci degrada e impoverisce, rendendoci poco degni di noi, dei nostri compiti. Niente fa mai lo stesso, e sono proprio i dettagli a segnare la differenza…….                                                               Essere sgrammaticati e volgari altro non è che una forma di sciatteria. E’ un modo di abitare male la lingua, con disamore, disattenzione, cialtroneria. L’anno che volge al termine si è anche vestito male, pacchiano, disordinato, sguaiato. Non ha avuto cura di sé nel mostrarsi agli altri, né cura degli altri nel mostrare sé. Ha sbrindellato jeans, abbassato cinte per esibir mutande, gelidificato capelli. È andato a zonzo con l’anello alle orecchie e l’ombelico di fuori. Ha indossato la tuta da ginnastica per andare al ristorante. Ha scelto borse troppo firmate, felpe troppo stampate…….                                                                    Non ho mai visto omettere tante virgole come quest’anno. Su internet, posta elettronica, sms, compiti in classe, tivù, giornali, bigliettini d’auguri….E’ stato un anno senza virgole. Ma come si fa? Una pagina è un microcosmo ordinato, dove tutto si tiene, tutto ha una gerarchia e un ordine precisi, dipende da legami, da un prima e un dopo, e la punteggiatura è ciò che assicura tale ordine, è l’impalcatura dell’edificio. Se manca, l’edificio crolla, si sgretola in nulla, non ha più senso, cede, si sfilaccia, si fa poltiglia. Parole disperse, senza più un ordine e un fine. Un mondo senza virgole è per forza un mondo sciatto, quindi violento, maleducato, arrogante.


Britney Spears in una delle sue migliori interpretazioni dell’anno 2007

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Niccolò Ammaniti-L’ultimo Capodanno

Niccolò Ammaniti (1966)

L’ultimo Capodanno
Martedì 31 dicembre 199…
1. CRISTIANO CARUCCI
Ore 19:00

Cristano Carucci aveva in testa tre possibilità per sfangare quella maledettissima notte.

Uno.

Andare con gli altri della comitiva al centro sociale Argonauta. In programma quella sera c’era la megaspinellata di capodanno e il concerto degli Animal Death. Ma quel gruppo gli stava profondamente sulle palle. Dei fottuti integralisti vegetariani. Il loro gioco preferito era tirare braciole crude e bistecche grondanti sangue sulla platea. L’ultima volta che era andato a un loro concerto era tornato a casa tutto inzaccherato di sangue. E poi facevano uno schifo di rock anconetano…

Due.

Chiamare Ossadipesce, prendere la 126 e andare a vedere che si diceva in centro. Casomai imbucarsi a una festa. Sicuramente a mezzanotte si sarebbero fermati da qualche parte, nel panico del traffico, ubriachi lessi e avrebbero brindato all’anno nuovo in mezzo a un mare di stronzi sovreccitati che suonavano i clacson.



Oddio che tristezza!

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Auguri 2008

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Tramonto marziano

Tramonto su Marte.(Spirit rover)

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Clementina Forleo

Clementina Forleo (Tanto per sapere chi è l’incapace di cui si sta parlando).

Non fa parte di alcuna corrente della magistratura, dice di non essere né di destra né di sinistra, è stata attaccata sia dal centrodestra che dal centrosinistra, prima di diventare magistrato è stata in polizia, ama i gatti, ma in casa la sua Eva nera deve spartirsi il territorio con il labrador Pippo: Clementina Forleo, gip dell’inchiesta sulle scalate bancarie, è sicuramente fuori da ogni schema che non sia quello suo personalissimo. Da qualche anno è al centro dell’attenzione per le sue decisioni in alcuni processi: dalla bomba del dicembre ’69 in piazza Fontana a Milano alle vicende legate al terrorismo islamico, per finire, in questi giorni, ai tentativi di scalata all’Antonveneta, alla Bnl e alla Rcs.
Nata a Francavilla Fontana (Brindisi) 44 anni fa, sposata con un conterraneo ingegnere, Clementina Forleo al tempo della licenza liceale fu premiata come uno dei
migliori 25 studenti in Italia. Dopo la laurea con lode in giurisprudenza, vinse contemporaneamente i concorsi per entrare nella polizia e nella magistratura. Indossando la divisa (che lasciò presto) fu impiegata anche nell’ordine pubblico ricevendo un encomio per il lavoro svolto durante gli sbarchi dei clandestini in Puglia.
È come giudice, però, che assurge alle cronache, a partire da quando scagionò dall’accusa di terrorismo internazionale il marocchino Mohammed Daki e due tunisini, distinguendo tra guerriglieri che si immolano in attentati contro militari che ritengono invasori e il terrorismo che miete vittime tra i civili. Era fine gennaio 2005 e su di lei piovvero le critiche e le accuse più feroci, con gli allora ministri Calderoli (parlò di «voltastomaco»), Gasparri (le consigliò di «fare la calza»), l’ex presidente della Repubblica Cossiga (la invitò a darsi al tennis), mentre il guardasigilli Castelli inviò gli ispettori a verificare cosa mai fosse successo. Contro queste e altre affermazioni Clementina Forleo decise di tutelarsi a colpi di querele affidandosi all’avvocato Giulia Bongiorno, deputato di An e difensore con il professor Coppi di Giulio Andreotti. Passata la buriana, sei mesi dopo un’altra bufera con accuse di «ingerenza in salsa buonista» (Borghezio, Lega) si abbatté sul giudice Forleo, ma non per la sua professione. Mentre passeggiava in centro a Milano assistette all’arresto di un clandestino che fuggiva dopo essere stato sorpreso in autobus senza biglietto. Arresto che, secondo lei, due suoi ex colleghi avevano eseguito con metodi troppo brutali.
A condividere le sue opinioni in materia di giustizia, a gennaio trovò i penalisti riuniti in un convegno. Gli avvocati l’applaudirono a lungo quando, intervenendo fuori programma, disse di condividere la necessità della separazione delle carriere nella magistratura. Alle sue spalle in ufficio campeggiava un feroce articolo che ironicamente aveva appeso alla parete: «Clementina Go home », era intitolato. «Sono un magistrato senza padroni e senza guinzaglio», era la sua risposta.

di Giuseppe Guastella
fonte: il Corriere della Sera
Forse non ostante le sue innegabili capacità deve aver fatto qualche errore… o può essere che ha pestato piedi che non doveva pestare.
Sarebbe stato onesto e politicamente corretto che i vari D’Alema,Fassino e Mastella
si fossero schierati in sua difesa,per farle portare avanti le indagini per poi attaccarla solo dopo l’eventuale non luogo a procedere.
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Lucio Anneo Seneca

Ti prego, Lucilio carissimo, fa’ la sola cosa che può renderti felice: distruggi e calpesta questi beni splendidi solo esteriormente, che uno ti promette o che speri da un altro; aspira al vero bene e godi del tuo. Ma che cosa è "il tuo"? Te stesso e la parte migliore di te. Anche il corpo, povera cosa, benché non se ne possa fare a meno, stimalo necessario più che importante; ci procura piaceri vani, di breve durata, di cui necessariamente ci pentiamo e che, se non li frena una grande moderazione, hanno un esito opposto. Questo dico: il piacere sta sul filo, e si muta in dolore se non ha misura; ma è difficile tenere una giusta misura in quello che si crede un bene: solo il desiderio, anche intenso, del vero bene è senza pericoli. Vuoi sapere che cosa sia il vero bene o da dove venga? Te lo dirò: dalla buona coscienza, dagli onesti propositi, dalle rette azioni, dal disprezzo del caso, dal tranquillo e costante tenore di vita di chi segue sempre lo stesso cammino.(Da "Le epistole a Lucilio").

(C.Savolini) La morte di Seneca.

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La legge di Murphi,il gatto e il pane imburrato.

La ormai famosa “Legge di Murphy” è dovuta all’ingegno di Arthur Bloch ed è  un compendio di frasi umoristiche il cui intento è quello di rimarcare ogni negatività che il quotidiano propone.Ecco alcune delle più famose:

 -Se qualcosa puo’ andar male, lo fara’.

 -Sorridi… Domani sara’ peggio.

 -Le cose vengono danneggiate in proporzione al loro valore.

 -Tutto va male nello stesso tempo.

 -Sotto pressione, le cose peggiorano.

 -Se ci sono due o più modi di fare una cosa,
e uno di questi modi può condurre a una catastrofe,
allora qualcuno lo farà.

-Le probabilità che qualcosa accada sono inversamente proporzionali alla sua desiderabilità.

E’ possibile applicare scientificamente la “Legge di Murphy” alla vita quotidiana.Utilizzando uno dei suoi assiomi:”La probabilità che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro verso il basso su un tappeto nuovo è proporzionale al valore di quel tappeto.” unito alla certezza che un gatto non cade mai di schiena,ci da ,secondo Bloch questa legge:”Se è vero che una fetta di pane cade sempre dal lato imburrato e che un gatto cade sempre in piedi, lasciando cadere un gatto con una fetta di pane sulla schiena nessuno dei due cadrà mai per primo e si avrà il moto perpetuo.”

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Andrea Pazienza-Samurai

SAMURAI

Andrea Pazienza

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