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Evoluzione: dall’Australopithecus all’Homo Sapiens

Non dobbiamo immaginare l’evoluzione umana come un ruscello che diventa un torrente e poi un fiume tranquillo che scorre verso il mare con i geni che lavorano per adattare l’individuo al clima,al territorio ed all’ambiente in genere.La trasformazione da Australopithecus ad Homo Sapiens è caratterizzata da numerosi rivoli che si sono inariditi dopo poche generazioni,errori o tentativi genetici che non si sono mai assestati.In altri casi si possono essere seccate vie d’acqua con caratteristiche ereditarie migliori di quelle odierne,ma non lo sapremo mai.In questo diagramma si evidenziano alcune (quelle emerse dalle ricerche archeologiche)delle specie che si sono affacciate sul  teatro evolutivo della terra.

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*Denominazione derivata da Le Moustier Località della Francia (Dordogna).con la quale si intendono gli aspetti preistorici del Paleolitico medio, di età riss-würmiana (80.000 anni fa) e würmiana (37-35.000 anni fa), diffusi in Europa e, in parte, in Africa e in Asia.A Le Moustier nel 1863 H. Lartet e H. Christy scoprirono una stazione preistorica . Oltre a resti (negli strati basali) di industria su scheggia ritoccata, con piano di percussione preparato, definita industria musteriana, e a resti (negli strati superiori) di industria litica aurignaziana, nella
stazione furono ritrovati i resti di 2 scheletri di neandertaliani.

**Cultura del Paleolitico inferiore, che prende il nome da Saint-Acheul Località della Francia settentrionale, alla periferia di Amiens. A seguito dei notevoli ritrovamenti paleolitici nella zona, fu dato il nome di Acheuleano a un periodo della cultura paleolitica. Lo strumentario litico è caratterizzato da manufatti bifacciali (amigdale). Le industrie acheuleane più antiche sono state rinvenute in Africa, da dove, attraverso il Vicino Oriente,si diffuse in Europa e in Asia.

***In paletnologia, detto di un’industria del paleolitico inferiore dell’Africa orientale, caratterizzata da strumenti su ciottoli (choppers, chopping-tools), raschiatoi, schegge ritoccate, ecc., e anche da punteruoli e strumenti bifacciali, associati a resti di tipi diversi di ominidi, di grandissima importanza antropologica; prende il nome dalla gola di Olduvai (ingl. Oldoway ‹óuldëuei›), in Tanzania, dove è stata rinvenuta.

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Gobekli Tepe

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Opinione comune degli studiosi è che gli esseri umani prima si insediarono nelle città permanenti,passando dal nomadismo all’allevamento/coltivazione,poi costruirono templi, a partire da circa l’8000 avanti Cristo;questo è sempre stato l’ordine tempistico dei fatti.
Come successo innumerevoli volte,una scoperta,questa volta fatta nel 1994 presso Gobelike Tepe,una zona rurale in Turchia,ha messo in dubbio tutte le radicate convinzioni ,suscitando nuovi interrogativi in merito all’evoluzione delle civiltà.

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Gobekli Tepe,risalente al 10 ° millennio aC è caratterizzato da anelli multipli di enormi colonne di pietra scolpiti con scene di animali ed  è considerato luogo di culto più antico del mondo. Eppure l’evidenza suggerisce che le persone che lo costruirono erano cacciatori semi-nomadi, probabilmente ignari di agricoltura, che ha visto la luce nella zona solo cinque secoli dopo.

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A causa di Gobekli Tepe, gli archeologi sono davanti al problema dell’uovo e la gallina.Sono nati prima i progetti edilizi isolati ( immotivati per una civilà nomade) o i nuclei urbani stabili come si è sempre pensato?

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Ayla-Figlia della Terra

Jean M.Auel

La bambina nuda corse fuori dalla capanna ricoperta di pelli verso la spiaggia sassosa dove il piccolo fiume formava un’ansa.Non le venne in mente di girarsi a guardare.Nella sua esperienza nulla le dava motivo di dubitare che il riparo e coloro che vi si trovavano non sarebbero stati lì al suo ritorno.Entrò nell’acqua sollevando spruzzi;sentì i sassi e la sabbia scivolarle via sotto i piedi quando la sponda scese a picco.Si tuffò nell’acqua fredda e riemerse tra gli spruzzi,poi con alcune bracciate sicure raggiunse la ripida sponda opposta.Aveva imparato a nuotare ancor prima che a camminare e,a cinque anni,si trovava perfettamente a suo agio nell’acqua.Spesso non si poteva fare a meno di nuotare per attraversare un fiume.

E’ il primo libro della “Saga dei Figli della Terra” di  J.M.Auel che ha iniziato a scrivere a quaranta anni dopo aver studiato antropologia,archeologia e paleontologia all’università di Portland.Ciò che l’ha spinta a questa svolta della sua vita è stato il desiderio di ricreare in forma narrativa,ma con precisi fondamenti scientifici e geografici,la vita affascinante e difficile dell’uomo nella preistoria.I cinque romanzi che compongono il ciclo sono:

Ayla figlia della terra

La valle dei cavalli

Gli eletti di Mut

Le pianure del passaggio

Focolari di pietra

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