Dante Alighieri-Giotto (Vespignano, 1267 – Firenze, 8 gennaio 1337)
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
Dante Alighieri (Firenze 1265-Ravenna 13 Settembre 1321)(Inferno-Canto I)
Dante e Beatrice -Sandro Botticelli (Firenze, 1 marzo 1445 – Firenze, 17 maggio 1510)
Ne li occhi porta la mia donna Amore,
per che si fa gentil ciò ch’ella mira;
ov’ella passa, ogn’om ver lei si gira,
e cui saluta fa tremar lo core,
sì che, bassando il viso, tutto smore,
e d’ogni suo difetto allor sospira:
fugge dinanzi a lei superbia ed ira.
Aiutatemi, donne, farle onore.
Ogne dolcezza, ogne pensero umile
nasce nel core a chi parlar la sente,
ond’è laudato chi prima la vide.
Quel ch’ella par quando un poco sorride,
non si pò dicer né tenere a mente,
sì è novo miracolo e gentile.
Dante Alighieri (Vita nuova, cap. XXI)
Paradiso perduto-Gustav Dorè (Strasburgo, 6 gennaio 1832 – Parigi, 23 gennaio 1883)
“… Non vogliate negar l’esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza”
Dante Alighieri ( Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)