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Resti della supernova G1.9 +0,3

La più recente supernova nella nostra galassia è stata scoperta osservando le tracce della rapida espansione dei suoi resti. Questo risultato,raggiunto utilizzando Chandra  e il National Radio Astronomy Observatory’s Very Large Array, contribuirà a migliorare la nostra conoscenza delle relativamente frequenti esplosioni di supernovae nella galassia della Via Lattea.
La distruzione della stella in questione  si è verificata circa 140 anni fa, il che la rende la più recente nella Via Lattea. In precedenza, l’ultima supernova nella nostra galassia si era verificata all’incirca nel 1680,ed anche in questo caso  la stima è basata sull’ espansione dei suoi resti, Cassiopea A.
E’ importante rintracciare queste esplosioni di supernovae perchè provocano oltre a concentrazioni di calore anche la ridistribuzione di grandi quantità di gas e di elementi pesanti nei loro dintorni che possono attivare la formazione di nuove astri come parte di un ciclo di morte e rinascita stellare. L’esplosione è anche in grado di lasciarsi alle spalle,nel suo centro, una stella di neutroni o un buco nero.
La recente esplosione della supernova non è stata vista con telescopi ottici, perché si è verificata vicino al centro della galassia, incorporata in un campo denso di gas e di polvere e si è potuta vedere solo  ai raggi-X e con radiotelescopi.
“Possiamo osservare alcune esplosioni di supernova con telescopi ottici in circa la metà dell’ universo, ma, quando sono in queste condizioni,  si possono non vedere  nel nostro cortile cosmico”, ha detto Stephen Reynolds della North Carolina State University di Raleigh, che ha effettuato lo studio con  Chandra. “Fortunatamente, la nube di gas in espansione dall’ esplosione brilla in onde radio e raggi X per migliaia di anni.Con raggi- X e radio telescopi si può vedere attraverso tutto ciò che è oscurato e mostrare così ciò che per noi  non è possibile osservare direttamente”.
Gli astronomi regolarmente controllano supernovae in altre galassie come la nostra. Sulla base di tali osservazioni, i ricercatori stimano che circa tre esplodono  ogni secolo, nella Via Lattea.
“Se il tasso di queste stime è corretto,  ci dovrebbero essere i resti di circa 10 esplosioni di supernova che sono più giovani di Cassiopea A,” ha detto David Green dell ‘Università di Cambridge, nel Regno Unito, che ha eseguito lo studio sul Very Large Array. “Sarebbe bello trovare traccia di una di loro.”
Il monitoraggio di questo oggetto è iniziato nel 1985, quando gli astronomi, guidati da Green,hanno utilizzato il Very Large Array per identificare i resti di un’ esplosione di supernova vicino al centro della nostra galassia. Sulla base delle sue piccole dimensioni, si è pensato si trattasse di una supernova esplosa da circa 400 a circa 1000 anni fa.
Ventidue anni dopo, le osservazioni Chandra hanno rivelato che i resti si erano ampliati di una grande quantità, circa il 16 per cento, dal 1985. Ciò dimostra che la supernova esplosa è molto più giovane rispetto a ciò che si pensava e questo è stato confermato nelle scorse settimane quando il Radiotelescopio Very Large Array ha fatte nuove osservazioni. Questo confronto di dati individua l’età dei resti a 140 anni – forse meno se stessero rallentando – il che la rende la più giovane supernova esplosa nella Via Lattea.
“Nessun altro oggetto nella galassia ha proprietà come questo”, afferma Reynolds. “Ciò che abbiamo osservato è estremamente importante per apprendere di più su come alcune stelle esplodono e che cosa succede in seguito.”

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