Archivi categoria: chandra

La formazione delle stelle

Cefeo B, è una nube molecolare che si trova nella nostra Via Lattea a circa 2.400anni luce dalla terra e fornisce un modello eccellente per determinare come siformano le stelle. Questa immagine composita di Cefeo B, combina dati dell’Osservatorio Chandra a raggi x, con quelli del telescopio spaziale Spitzer.Una nube molecolare è una regione contenente gas interstellare e polvere, utili allaformazione della galassia stessa e contiene prevalentemente idrogeno molecolare. I dati di Spitzer, in rosso, verde e blu, mostrano la nube molecolare (nella parte inferiore dell’immagine) con le stelle più giovani ed intorno a Cefeo B, i dati in violetto, di Chandra, mostrano un gruppo di stelle giovanissime.Le osservazioni di Chandra hanno consentito agli astronomi di estrapolare giovani stelle dall’interno e vicino a Cefeo B, identificate dalla loro forte emissione di raggi X. I dati di Spitzer hanno dimostrato che le giovani stelle si dispongono formando  dei cosiddetti dischi circumstellari . Tali dischi esistono solo nei sistemi molto giovani, dove i pianeti si stanno ancora formando, cosicchè la loro presenza da indizi sull’età di un sistema di stelle.
Un nuovo studio suggerisce che la formazione di stelle, in Cefeo B, principalmente viene attivata da radiazioni provenienti da una brillante e massiccia stella (HD217086) all’esterno la nube molecolare.

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Accelleratore di particelle naturale.

Questa immagine, creata a partire da dati ottenuti da “Chandra”(il telescopio a raggi x della Nasa)  e dall’European Southern Observatory’s Very Large Telescope, mostra una parte, all’incirca circolare, dei resti di una supernova conosciuta come RCW 86. Questi residui di stella esplosa furono osservati nel 185 dC dagli astronomi cinesi. Con anni di studio, gli scienziati hanno acquisito una migliore comprensione di nuovi dettagli dei resti della supernova, e sono giunti alla conclusione che questo si può considerare il più efficente accelleratore di particelle della via lattea.

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Galassia a spirale Messier 101

Nel 1609, Galileo inventò il cannocchiale e,voltando lo sguardo verso il cielo,  rivoluzionò la nostra visione dell’universo. Per celebrare il 400 ° anniversario di questa pietra miliare, il 2009 è stato designato “Anno Internazionale della Fisica”.
Oggi, la NASA con i suoi  osservatori cosmici si merita l’eredità di Galileo  regalandoci immagini mozzafiato catturate dai Telescopi Spaziali Hubble e  Spitzer, e dall’ Osservatorio a Raggi X Chandra .
Mentre Galileo scrutava il cielo  utilizzando la luce naturalmente visibile dall’occhio umano, la tecnologia di oggi ci permette di osservare con molte lunghezze d’onda, compresa la connessione a infrarossi di Spitzer e la vista e raggi x di Chandra. Ogni lunghezza d’onda  mostra i diversi aspetti dei corpi celesti e spesso rivela nuovi oggetti che  non potrebbero essere studiati altrimenti.
Questa immagine della galassia a spirale Messier 101 è la luce visibile ripresa dal telescopio spaziale Hubble.
Le immagini composite permettono di vedere agli astronomi caratteristiche  con una lunghezza d’onda diverse da  quelle osservate con un’altra lunghezza d’onda. È come vedere con una macchina fotografica, con occhiali da visione notturna e con uno schermo a raggi X in una sola volta.
Nei quattro secoli da Galileo ad oggi l’astronomia è cambiata drasticamente,tuttavia la nostra curiosità e la ricerca della conoscenza rimangono le stesse, così come la nostra meraviglia per lo splendore del cosmo.

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Una stupenda foto di 4 secoli fa.

Dopo 4 secoli dall’ esplosione di una supernova ne vediamo il film del passato.L’immagine è stata ripresa  dall’osservatorio di Calar Alto in Spagna e rielaborata con l’aiuto dei due telescopi della Nasa:Spitzer e Chandra,combinando le foto agli infrarossi e quelle ai raggi X.La deflagrazione ha lasciato una ardente nuvola di detriti in espansione (in verde e in giallo).L’alone blu che forma una sfera all’esterno dell’onda d’urto è composta da elettroni ultra-energici,le parti rosse vicine al bordo esterno sono polveri e materiali irradiati dalla supernova.
Image Credit: MPIA/NASA/Calar Alto Observatory

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Bollicine e matrioske nello spazio profondo.

Questa composita immagine mostra M84, una galassia ellittica nell’ammasso stelllare della Vergine, circa 55 milioni di anni luce dalla Terra. Il gas caldo vicino a M84 è visibile in blu con l’immagine ai raggi X ripresa da Chandra, la radio-fotografia  del Very Large Array è indicata in rosso. L’immagine di sfondo della Sloan Digital Sky Survey è mostrata in giallo e bianco.

Un certo numero di bolle sono visibili nella parte calda del gas, ed appaiono blu con l’emissione di raggi X . Queste bolle sono state soffiate da particelle generate dal  buco nero presente all’interno di  M84. Queste particelle in viaggio verso l’esterno provocano una reazione particolare. Poiché bolle più piccole sono all’interno di quelle più grandi, l’impressione data dall’immagine è quella delle bambole russe,le famose matrioske. Questi fenomeni sono una chiara dimostrazione di ripetute esplosioni nel buco nero centrale e fanno somigliare M84 ad una splendida coppa di champagne con bollicine stellari.

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Buco nero nella galassia M81

Il più grande dei buchi neri  divora energia come il più piccolo, secondo i dati di  Chandra e   dei telescopi da terra. Questa scoperta supporta le implicazioni della relatività di Einstein inerenti alla teoria che i buchi neri di tutte le dimensioni hanno proprietà simili, e sarà utile per prevedere le proprietà di una eventuale nuova classe di buchi neri.

La conclusione viene da una grande campagna di osservazione della galassia a spirale M81, che è a circa 12 milioni di anni luce dalla Terra. Nel centro di M81 c’è un buco nero che è di circa 70 milioni di volte più grande del Sole, e genera energia e radiazioni nello stesso modo come attrae il gas nella regione centrale della galassia  ad altissima velocità.

La foto in alto è composta dai colori dei raggi X messi in evidenza  da Chandra (blu,nel riquadro piccolo i dettagli),da quelli mostrati dal telescopio spaziale Hubble (verde),  dagli infrarossi  dati dallo Spitzer Space Telescope (rosa) e dagli ultravioletti ripresi  da GALEX (viola).

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Morte di una stella

Una nuova e spettacolare immagine di Chandra (il telescopio a raggi X della Nasa) che mostra una stella gigante dopo la sua esplosione.Osservando questa fotografia ,gli studiosi possono arricchire le proprie conoscenze , relative sia alla morte di una stella che alla nascita di nuovi astri.La nube che contiene ossigeno,neon,silicio ed altri elementi è in rapida espansione.Anche se una delle ultime tre stelle giganti della Via Lattea non esiste più,per la cronaca,il suo nome era G292.0+1,8.

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Il crollo di una stella gigantesca.

Secondo le immagini di Chandra, telescopio a raggi x della NASA e dai telescopi ottici a terra,   la supernova SN 2006GY è l’esplosione stellare più luminosa e più energica mai registrata  ed è un fenomeno a lungo cercato. Il pannello superiore di questa figura è illustrazione di una artista che mostra come probabilmente è SN 2006GY se osservato da vicino. Il pannello di sinistra inferiore è un’immagine agli infrarossi di NGC 1260, la galassia che contiene  SN 2006GY. Il pannello alla destra mostra l’immagine ai raggi X di Chandra della stessa zona, che fa vedere ancora il nucleo di NGC 1260 e di SN 2006GY. Le immagini di Chandra hanno permesso  agli astronomi di determinare che  questa supernova è effettivamente il crollo di una stella gigantesca.

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