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Barba e sorriso smagliante Ecco il divo di Stonehenge (La Stampa)

Ricostruito il volto di un uomo del Neolitico. Tra mille sorprese
 Stonehenge
                                                                       STEFANO RIZZATO                                                                       Secondo le ultime ipotesi, la costruzione di Stonehenge fu intrapresa intorno al 3100 a.C. e si concluse intorno al 1600 a.C.Starebbe alla grande in uno dei film sul Signore degli Anelli. Oppure «seduto in metropolitana, a fianco a voi», come ha suggerito il suo creatore. Barbuto come va di moda oggi, l’uomo di Stonehenge è tra noi. Ed è bello, niente affatto selvatico. Sembra quasi Russell Crowe. Chi vuole può vederlo di persona, all’ingresso del nuovo museo allestito per il famoso sito archeologico inglese. Ovviamente non si troverà di fronte l’originale in carne e ossa, che oggi avrebbe circa 5500 anni sulle spalle, ma un modello ricreato dagli scienziati e dallo scultore svedese Oscar Nilsson.  Grazie alle nuove tecnologie è bastato studiare i resti di un uomo del Neolitico – arrivati quasi intatti e scoperti 150 anni fa – per risalire alle sembianze di questo «pro – pro – prozio» dei sudditi della Regina. Sarebbe vissuto 500 anni prima che il misterioso complesso di Stonehenge venisse eretto. Difficile che fosse dedito al tè delle cinque, ma di lui si sa molto altro. Prima di tutto l’età: tra i 25 e i 40 anni. E poi l’altezza, circa 172 centimetri e quindi decisamente superiore alla media dell’epoca, di 165. A «parlare» agli studiosi sono stati soprattutto i denti, bianchi e poco rovinati, analizzati dal punto di vista chimico e in grado di raccontare molti dettagli sull’uomo di Stonehenge. Il profilo che ne è uscito – e non sorprende, viste le abitudini dell’epoca – è quello di un gran viaggiatore. Nato in Galles, si sarebbe trasferito intorno ai tre anni verso Est, nella zona diventata famosa per i megaliti. Sarebbe poi tornato a Ovest, forse dalle parti dov’era nato, intorno ai nove anni. Ma la gioventù da pendolare non era finita e a quello sarebbero seguiti altri quattro viaggi, tra Est e Ovest, più o meno sul solito itinerario. Grazie ai denti è stata ricostruita anche la dieta dell’antico inglese: ricca di carne, ancor più dei suoi contemporanei. Un dettaglio non da poco, che rafforza l’ipotesi che l’uomo di Stonehenge fosse un pezzo grosso della sua comunità, come già la meticolosa e inusuale sepoltura aveva suggerito. I muscoli, modellati in terracotta, sono stati ricostruiti sulla base della lunghezza delle ossa e del peso dello scheletro. Ma ciò che è destinato a stupire i visitatori – se ne attendono 1,2 milioni nel 2014 – è l’incredibile realismo del volto: il frutto dell’incontro tra la scienza, con le tante informazioni recuperate in laboratorio, e l’estro dell’artista, che ha aggiunto il suo tocco e ha permesso ai resti di rivivere. Il primo passo per ricostruirlo è stato una copia in vinile del cranio, fatta all’Università di Bradford. Su questa base Nillson ha lavorato una sagoma in silicone dipinto, che ha modellato e arricchito con i capelli e la barba all’ultima moda. «Ho dovuto metterla, all’epoca non c’erano certo rasoi», ha spiegato lo scultore. A rafforzare l’idea che l’uomo di Stonehenge sia vissuto con qualche agio in più rispetto ai suoi contemporanei, e rispetto agli standard del Neolitico, c’è anche l’analisi approfondita delle ossa. A parte una lesione al legamento del ginocchio e una al muscolo di una coscia, il nostro eroe non sembra aver sofferto gravi infortuni, né fratture nel corso della sua vita. E dire che erano tempi piuttosto movimentati. Per gli scienziati è stato invece impossibile capire le cause della morte, invisibili all’analisi delle ossa. Forse, ha spiegato Simon Mays, il biologo dell’università di Southampton che ha curato il caso, fu colpa di un’infezione fulminea, troppo veloce per lasciare tracce.lastampatop2http://www.lastampa.it/2014/01/07/societa/barba-e-sorriso-smagliante-ecco-il-divo-di-stonehenge-3kwEawIG6IseYDQ3CFxBMI/pagina.html

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