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STRANAMORE: Senza dubbio, mein Führer! Coi reattori nucleari… Eh, volevo dire: signor Presidente. Coi reattori nucleari potremmo disporre di energia per secoli. Col sole artificiale manterremmo la vita vegetale. Potremmo allevare gli animali e macellarli! Hm! Forse è il caso di fare un censimento di tutte le miniere adatte che esistono nel Paese. Ma io ritengo che… che si possa provvedere allo spazio sufficiente alla vita di parecchie centinaia di migliaia di persone.
MUFFLEY: Sì, ma non vorrei essere io a decidere chi sta su e chi va giù.
STRANAMORE: Questo non sarà necessario, signor Presidente. Se ne occuperà un cervello elettronico che sarà predisposto per tenere conto dell’età di ogni singolo individuo, salute, fertilità sessuale, intellighenzia, oltre alle particolari abilità di ognuno. Naturalmente sarebbe necessario comprendere nel numero i più alti esponenti del governo e delle forze armate perché possano trasmettere i principi gherarchici e nazionalistici. Uuuh! S’intende che si riprodurrebbero moltissimo, perché il tempo sarebbe tanto, e il da fare poco. E con un’opportuna tecnica di allevamento, e con un rapporto, facciamo, di dieci femmine per ogni maschio, io ritengo che si potrebbe risalire alla produzione lorda attuale di figli in un periodo, diciamo, di venti anni.
MUFFLEY: Sì, professore. Ma questo… questo nucleo di superstiti non sarà così disgustato e addolorato da… da non avere più nessun desiderio di vivere?
STRANAMORE: No, no, signor Presidente. Chiedo scusa. Quando scenderanno, gli altri saranno ancora vivi. Non avranno ricordi dolorosi, sentiranno solo un po’ di nostalgia per quelli che saranno rimasti su, mitigata da un sentimento di sana curiosità per i loro destini. Ah! Aaah!

Stanley Kubrick sul set del “Dottor Stranamore”

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