Un grazie dai laici per le bastonate quotidiane
Da “LA STAMPA” di mercoledì 24 dicembre 2008 |
Ogni giorno la sua pena, recita una massima cattolica d`antico conio. Ma in questi ultimi spiccioli del 2008 le pene sono quantomeno raddoppiate. Sarà che abbiamo avuto un anno intero per peccare, e adesso ci rimane solo qualche giornata per espiare. O sarà che a Natale ci tocca una razione doppia, una doppia penitenza. E dunque giù scomuniche e castighi. Contro il commercio della pillola abortiva Ru486. Contro la Dichiarazione universale dei diritti umani, perché questi ultimi sono radicati in Dio, non già nelle nazioni. Contro il presidente Fini, reo d`averci ricordato il silenzio della Chiesa sulle leggi razziali. Contro l`ambientalismo immemore dell`uomo. Contro i concerti rock. Contro il taglio dei finanziamenti alle scuole private. Contro i cambi di sesso, perché soltanto il Padreterno dispone dell`uomo e della donna. Contro lo Stato italiano, colpevole nientemeno che di persecuzione anticristiana. Contro quello spagnolo, per una lunga serie di misfatti, e in ultimo per il reato di statolatria avere deciso d`impartire l`Educazione civica al liceo. Contro la tv francese, per aver tolto dai suoi palinsesti la messa di Natale. Contro l`Onu, cui è saltato in testa di vietare le discriminazioni a danno dei gay. Senza dire dell`infinita querelle su Eluana Englaro (digitando fra le news di Google il suo nome accanto a «Vaticano» s`ottengono 84 risultati, ma l`elenco cresce di ora in ora). Eppure anche noi laici, anzi laicisti, dovremmo ringraziare Santa Romana Chiesa per le sue bastonate quotidiane. Perché ci fanno vedere con chiarezza – come scrisse Montale – ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Perché dunque ci aiutano a forgiare la nostra identità, a disvelarne le radici. Sono le radici d`un ceppo che inizia a svilupparsi nel Trecento, alimentato da una folla d`intelligenze indocili, da Galileo a Spaventa, da Vico a Mazzini, da Giordano Bruno a Cavour. La Biblioteca laica, curata da Ciliberto per i tipi di Laterza, ne offre una fotografia d`insieme. E sempre il pensiero laico ha tratto alimento dall`opposizione ai precetti della Curia, in nome della libertas philosophandi. «Chi proibisce ai cristiani lo studio delle scienze proibisce loro anche di essere cristiani», diceva Tommaso Campanella. Ed è proprio per questo, per la sua eccessiva vicinanza con la Chiesa di Roma, che il popolo italiano è fra i meno religiosi, notava a sua volta Machiavelli. |