Tod Shimoda (1955)

Il calligrafo
Kiichi Shimano, fondatore e
sensei della scuola di calligrafia giapponese Zenzen, intinse il pennello nell’inchiostro sumi
nero. Premette con delicatezza il pennello contro la pietra finché la gocciolina di inchiostro in eccesso non rifluì lentamente nella parte concava. Poi, con un movimento fluido del pennello sulla carta, tracciò un semplice tratto orizzontale. “Vedi”, disse a Gozen, il suo studente migliore, “quando l’angolo è troppo piatto, la pennellata manca di vita. Prova ancora.” Gozen annuì e bagnò il pennello nell’inchiostro.
Mentre Gozen si esercitava sul radicale orizzontale, il sensei Zenzen pensava… Se solo fosse tornato a casa, a Kyoto, ventitrè anni prima, quando, alla fine, aveva capito che lei non avrebbe avuto più niente a che fare con lui. Lei non gli aveva mai detto il perché, ma , senza di lei, il sensei non aveva nessun motivo di restare in America. Certo, non gli rimaneva niente nemmeno in Giappone; non una scuola dove far lezione, non studenti a cui insegnare, non una famiglia che avesse a che fare con lui. Ma almeno in Giappone sarebbe stato a casa.

(Traduzione: Maria Grazia Galli)

Questo incipit è dedicato interamente a Krishel…ma resta sulla Terra,dove trovi i tramonti,le albe,il mare,le nubi,le foreste;lo so,ci sono i terrestri,ma forse tra mille anni saranno cambiati (spero in meglio) e noi ospiti spaziali saremo ancora qua e finalmente a casa.

2 thoughts on “

  1. krishel ha detto:

    mi sa che me lo procurerò perchè come avrai capito io adoro l’arte dei caratteri giapponesi. Ti ho idealmente risposto ieri notte in un certo senso ma non su splinder su myspace. Sto decidendo se fare un post doppio o rimandare a domani. Vedremo.

  2. krishel ha detto:

    P.S. Grazie. Non merito questo onore.

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