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IL ROSSO E IL NERO (incipit)

StendhalIl rosso e il nero

Put thousands togheter

less bad

but the cage less gay.

Hobbes

La cittadina di Verrières può essere considerata una delle più graziose della Francia Contea. Le sue case bianche, con i tetti aguzzi di embrici rossi, si stendono sul declivio di una collina, le cui più piccole sinuosità sono poste in evidenza da macchie di vigorosi castagni. Il Doubs scorre qualche centinaio di piedi più in basso delle sue fortificazioni, un tempo edificate dagli Spagnoli, ed ora in rovina.

Henri-Marie Beyle (23 Gennaio 1783 – 23 Marzo 1842)-(Stendhal)

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Gabriel García Márquez “El amor en los tiempos del colera” (Incipit)

Gabriel García Márquez (1928-2014)

El amor en los tiempos del colera
Era inevitable: el olor de las almendras amargas le recordaba siempre el destino de los amores contrariados. El doctor Juvenal Urbino lo percibío desde que entró en la casa todavía en penumbras, adonde había acudido de urgencia a ocuparse de un caso que para él había dejado de ser urgente desde hacía muchos años. El refugiado antillano Jeremiah de Saint-Amour, inválido de guerra, fotógrafo de niñnos y su adversario de ajedrez más compasivo, se había puesto a salvo de los tormentos de la memoria con un sahumerio de cianuro de oro.
L’amore ai tempi del colera
Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati. Il dottor Juvenal Urbino lo sentì appena entrato nella casa in penombra, dove era accorso d’urgenza per occuparsi di un caso che per lui aveva cessato di essere urgente da molti anni. Il rifugiato antillano Jeremiah de Saint-Amour, invalido di guerra, fotografo di bambini e il suo avversario di scacchi più pietoso, si era messo in salvo dai tormenti della memoria con un suffumigio di cianuro di oro.

(Traduzione: Claudio M. Valentinetti)

Gabriel Garcia Marquez

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Patricia Cornwell

Il Cimitero dei senza nome 
LA NOTTE PRIMA DI NATALE                                                                                                                                                                       
Si addentrò a passo sicuro nella neve alta di Central Park. Era tardi, ormai, anche se non sapeva esattamente che ore fossero. Le rocce in direzione del Ramble erano una massa nera sotto le stelle. Riusciva a udire e a vedere il proprio respiro: Temple Gault non era come tutti gli altri. Era sempre stato un essere magico, un dio incarnatosi in un corpo umano. Camminava là dove chiunque altro avrebbe scivolato, e non conosceva la paura. Da sotto la visiera del cappello da baseball, i suoi occhi scandagliavano l’oscurità.                                                                                                                                      (Mondadori) Traduzione di Anna Rusconi

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Harper Lee-Il buio oltre la siepe-

Harper Lee (1926)

Il buio oltre la siepe
Jem, mio fratello, aveva quasi tredici anni all’epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere di giocare a rugby, Jem non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po’ più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della mano sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere il pallone al volo.
Poi, quando di anni ne furon trascorsi tanti da poterli ormai ricordare e raccontare, ogni tanto si discuteva di come erano andate le cose, quella volta. Secondo me tutto cominciò a causa degli Ewell, ma Jem, che ha quattro anni più di me, diceva che bisognava risalire molto più indietro, e precisamente all’estate in cui capitò da noi Dill e per primo ci diede l’idea di far uscire di casa Boo Radley.
(Traduzione: Amalia D’Agostino Shanzer)

(Elliot Erwitt)

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Cacciatore di androidi

Philip K. Dick

Cacciatore di androidi

Una minuscola e allegra vibrazione elettrica, trasmessa dalla soneria automatica e proveniente dall’organo degli umori, accanto al suo letto, svegliò Rick Deckard. Sorpreso (trovarsi sveglio senza preavviso lo  sorprendeva sempre) si alzò dal letto, restò immobile un attimo nel suo variopinto pigiama e si stiracchiò. Sua moglie Iran in quel momento aprì gli occhi, mesti, ma subito con un gemito li richiuse.
– Il tuo Penfield è troppo debole – l’avvertì. – Ora te lo regolo io, ti sveglierai e…
– Giù le mani dal mio apparecchio! – La sua voce era aspra, e s’incrinò. – Non voglio essere sveglia.

Una delle immagini più intense tratta da “Blade Runner” ,film liberamente ispirato a “Do Androids Dream of Electric Sheep?”(Cacciatore di androidi) di Philip K. Dick

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Isaac Asimov (1920-1992)

Cronache della Galassia
Si chiamava Gaal Dornick ed era un semplice ragazzo di campagna che non era mai stato prima d’allora a Trantor. Conosceva però il panorama di questa città per averlo osservato sullo schermo dell’ipervideo e sugli enormi trasmettitori tridimensionali che diffondevano le notizie dell’Incoronazione Imperiale e dell’apertura del Consiglio Galattico. Pur essendo vissuto sempre nel mondo di Synnax, che ruotava intorno a una stella ai margini della Corrente Azzurra, il ragazzo non era affatto tagliato fuori dalla Civiltà. A quel tempo nessuno nella Galassia lo era.
I pianeti abitati della Galassia erano venticinque milioni e tutti facevano parte dell’Impero, la capitale del quale era Trantor. Quella situazione però sarebbe durata solo per altri cinquant’anni.
(Traduzione: Cesare Scaglia)

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Erasmo da Rotterdam-Elogio della follia-

Erasmo da Rotterdam (Gert Geertsz) (1466/69-1536)

Elogio della follia
Qualunque cosa dicano di me comunemente i mortali – non ignoro, infatti, quanto la Follia sia portata per bocca anche dai più folli – tuttavia, ecco qui la prova decisiva che io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli dèi e gli uomini. Non appena mi sono presentata per parlare a questa affollatissima assemblea, di colpo tutti i volti si sono illuminati di non so quale insolita ilarità; d’improvviso le vostre fronti si sono spianate e mi avete applaudito con una risata così lieta e amichevole che tutti voi qui presenti, da qualunque parte mi volga, mi sembrate ebbri del nettare misto a nepente degli dèi d’Omero, mentre prima sedevate cupi e ansiosi come se foste tornati allora dall’antro di Trofonio.

(Traduzione: Eugenio Garin)

Moriae encomium, id est, stulticiae laus
Vtcumque de me uulgo mortales loquuntur, neque enim sum nescia, quam male audiat STVLTITIA etiam apud stultissimos, tamen hanc esse, hanc, inquam, esse unam, quae meo numine Deos atque homines exhilaro, uel illud abunde magnum est argumentum, quod simulatque in hunc coetum frequentissimum dictura prodii, sic repente omnium uultus noua quadam atque insolita hilaritate enituerunt, sic subito frontem exporrexistis , sic laeto quodam et amabili applausistis risu, ut mihi profecto quotquot undique praesentes intueor, pariter deorum Homericorum nectare non sine nepenthe temulenti esse uideamini, cum antehac tristes ac solliciti sederitis, perinde quasi nuper e Trophonii specu reuersi.

Elliot Erwitt

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Niccolò Ammaniti-L’ultimo Capodanno

Niccolò Ammaniti (1966)

L’ultimo Capodanno
Martedì 31 dicembre 199…
1. CRISTIANO CARUCCI
Ore 19:00

Cristano Carucci aveva in testa tre possibilità per sfangare quella maledettissima notte.

Uno.

Andare con gli altri della comitiva al centro sociale Argonauta. In programma quella sera c’era la megaspinellata di capodanno e il concerto degli Animal Death. Ma quel gruppo gli stava profondamente sulle palle. Dei fottuti integralisti vegetariani. Il loro gioco preferito era tirare braciole crude e bistecche grondanti sangue sulla platea. L’ultima volta che era andato a un loro concerto era tornato a casa tutto inzaccherato di sangue. E poi facevano uno schifo di rock anconetano…

Due.

Chiamare Ossadipesce, prendere la 126 e andare a vedere che si diceva in centro. Casomai imbucarsi a una festa. Sicuramente a mezzanotte si sarebbero fermati da qualche parte, nel panico del traffico, ubriachi lessi e avrebbero brindato all’anno nuovo in mezzo a un mare di stronzi sovreccitati che suonavano i clacson.



Oddio che tristezza!

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Nicholas Sparks (1965)

Le pagine della nostra vita
Chi sono io? E come finirà, mi chiedo, questa storia?
Il sole è sorto e siedo accanto al vetro della finestra appannato dal fiato di una vita scivolata via. Sono un vero spettacolo stamattina: due camicie, calzoni di panno pesante, una sciarpa avvolta a doppio giro attorno al collo e infilata nel maglione fatto a mano da mia figlia trenta compleanni fa. Il termostato in camera mia è regolato sul livello massimo e ho una piccola stufa piazzata proprio alle spalle. Sibila e geme e sputa aria calda come il drago di una favola e tuttavia il mio corpo trema di freddo, un freddo di cui non riuscirò mai a liberarmi, un freddo che ha impiegato ottant’anni per consolidarsi.
(Traduzione: Lisa Morpurgo)

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Ayla-Figlia della Terra

Jean M.Auel

La bambina nuda corse fuori dalla capanna ricoperta di pelli verso la spiaggia sassosa dove il piccolo fiume formava un’ansa.Non le venne in mente di girarsi a guardare.Nella sua esperienza nulla le dava motivo di dubitare che il riparo e coloro che vi si trovavano non sarebbero stati lì al suo ritorno.Entrò nell’acqua sollevando spruzzi;sentì i sassi e la sabbia scivolarle via sotto i piedi quando la sponda scese a picco.Si tuffò nell’acqua fredda e riemerse tra gli spruzzi,poi con alcune bracciate sicure raggiunse la ripida sponda opposta.Aveva imparato a nuotare ancor prima che a camminare e,a cinque anni,si trovava perfettamente a suo agio nell’acqua.Spesso non si poteva fare a meno di nuotare per attraversare un fiume.

E’ il primo libro della “Saga dei Figli della Terra” di  J.M.Auel che ha iniziato a scrivere a quaranta anni dopo aver studiato antropologia,archeologia e paleontologia all’università di Portland.Ciò che l’ha spinta a questa svolta della sua vita è stato il desiderio di ricreare in forma narrativa,ma con precisi fondamenti scientifici e geografici,la vita affascinante e difficile dell’uomo nella preistoria.I cinque romanzi che compongono il ciclo sono:

Ayla figlia della terra

La valle dei cavalli

Gli eletti di Mut

Le pianure del passaggio

Focolari di pietra

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