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Foto d’autore (Cartier-Bresson)

Una fotografia che crea sensazioni

Cartier-Bresson

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Harper Lee-Il buio oltre la siepe-

Harper Lee (1926)

Il buio oltre la siepe
Jem, mio fratello, aveva quasi tredici anni all’epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere di giocare a rugby, Jem non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po’ più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della mano sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere il pallone al volo.
Poi, quando di anni ne furon trascorsi tanti da poterli ormai ricordare e raccontare, ogni tanto si discuteva di come erano andate le cose, quella volta. Secondo me tutto cominciò a causa degli Ewell, ma Jem, che ha quattro anni più di me, diceva che bisognava risalire molto più indietro, e precisamente all’estate in cui capitò da noi Dill e per primo ci diede l’idea di far uscire di casa Boo Radley.
(Traduzione: Amalia D’Agostino Shanzer)

(Elliot Erwitt)

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Erasmo da Rotterdam-Elogio della follia-

Erasmo da Rotterdam (Gert Geertsz) (1466/69-1536)

Elogio della follia
Qualunque cosa dicano di me comunemente i mortali – non ignoro, infatti, quanto la Follia sia portata per bocca anche dai più folli – tuttavia, ecco qui la prova decisiva che io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli dèi e gli uomini. Non appena mi sono presentata per parlare a questa affollatissima assemblea, di colpo tutti i volti si sono illuminati di non so quale insolita ilarità; d’improvviso le vostre fronti si sono spianate e mi avete applaudito con una risata così lieta e amichevole che tutti voi qui presenti, da qualunque parte mi volga, mi sembrate ebbri del nettare misto a nepente degli dèi d’Omero, mentre prima sedevate cupi e ansiosi come se foste tornati allora dall’antro di Trofonio.

(Traduzione: Eugenio Garin)

Moriae encomium, id est, stulticiae laus
Vtcumque de me uulgo mortales loquuntur, neque enim sum nescia, quam male audiat STVLTITIA etiam apud stultissimos, tamen hanc esse, hanc, inquam, esse unam, quae meo numine Deos atque homines exhilaro, uel illud abunde magnum est argumentum, quod simulatque in hunc coetum frequentissimum dictura prodii, sic repente omnium uultus noua quadam atque insolita hilaritate enituerunt, sic subito frontem exporrexistis , sic laeto quodam et amabili applausistis risu, ut mihi profecto quotquot undique praesentes intueor, pariter deorum Homericorum nectare non sine nepenthe temulenti esse uideamini, cum antehac tristes ac solliciti sederitis, perinde quasi nuper e Trophonii specu reuersi.

Elliot Erwitt

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Continua la poesia dei grandi fotografi…sensazioni,emozioni che arrivano direttamente al cuore:

Henry Cartier-Bresson

Elliot Erwitt

William Klein

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